GREEN BOOK- la musica dell’amicizia contro il razzismo

green book-recensione-film

Candidato a 5 premi Oscar: miglior film, migliore attore protagonista (Viggo Mortensen), migliore attore non protagonista (Mahershala Ali), miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio, Green Book è una pellicola on the road, tratta da una storia vera, su una turnée attraverso l’America razzista degli anni ’60.

Alla guida troviamo il regista Peter Farrelly che, per la prima volta, decide di non lavorare in coppia con il fratello Bobby e di realizzare qualcosa di più impegnato rispetto alle sue solite commedie demenziali come Scemo e più scemo. La pellicola però non è poi così lontana da tutto quello che Peter ha sempre realizzato. Certo, Green Book non è affatto comico ma è comunque una commedia drammatica che riesce a far ridere e a far riflettere contemporaneamente.

Il titolo prende il nome dal Negro Motorist Green Book, un manuale degli anni ‘60 elencante tutti gli alberghi, ristoranti e simili che tolleravano la presenza di persone di colore. Il libro era indispensabile, specialmente per coloro che sceglievano di addentrarsi nel profondo Sud degli Stati Uniti: l’America razzista, quella del Ku Klux Klan e di Charlottesville.

La trama è ambientata nel 1962, Neil Amstrong è appena arrivato alla Nasa, i fratelli Kennedy cercano di costruire un mondo nuovo, la Guerra in Vietnam sta per entrare nel vivo e gli Stati Uniti sono un paese ancorato alle vecchie tradizioni. Louisiana, Mississippi e Georgia sono solo alcuni degli stati in cui il razzismo e il segregazionismo hanno ancora un peso influente. Qui bianchi e neri non possono mangiare allo stesso tavolo, usare lo stesso bagno o bere un bicchiere nello stesso bar. Martin Luther King sta ancora lottando per la parità e sarebbe stato assassinato sei anni dopo. Il percorso per l’uguaglianza è ancora molto lungo.

Nonostante questo, il pianista afroamericano Don Shirley (Mahershala Ali) decide di organizzare un tour attraverso questi stati, per mostrare a quei ricchi dalla mente ottusa tutto il suo talento. Con buone maniere ed eleganza, accetta di essere trattato come una pezza da piedi, vestendosi in camerini troppo piccoli e dormendo in alberghi scabrosi, pur di ricevere un applauso meritatissimo da chi, fuori dal palcoscenico, lo considera un essere di serie B.

A fargli da autista in questo lungo e pericoloso viaggio è il burbero buttafuori italoamericano Tony Lip (Viggo Mortensen). Se inizialmente l’artista e l’uomo di strada proprio non si piacciono, si studiano e si scontrano, col tempo imparano ad apprezzare la compagnia dell’altro trasformando un mero rapporto professionale in una grande amicizia. Nonostante tra i due non manchino momenti di contrasto legati alla loro educazione, da una parte le buone maniere troppo accondiscendenti e dall’altra la violenza come unica soluzione, Lip e Shirley si migliorano e si aiutano a vicenda, creando un legame che sarebbe durato fino alla loro morte.

Per i protagonisti quindi non conta la meta ma il viaggio, e non solo quello “geografico”. Mentre il paesaggio fuori dal finestrino continua a mutare (deserto, boschi, città, paesi, campi e case di ricchi proprietari terrieri), i due imparano l’importanza del rispetto e della condivisione.

Green Book è perciò un racconto umano sull’amicizia, una favola amara che narra argomenti complessi in maniera semplice, asciugando la trama e rendendola comprensibile a tutti. Il tema principale è il razzismo, affrontato a 360°: verso le persone di colore, verso lo straniero e verso gli omosessuali. È una critica velata ma severa contro la politica americana del passato e contro quella attuale di Donald Trump.

Passando agli aspetti tecnici, vorrei partire dall’anima di questo film: i due protagonisti Viggo Mortensen e Mahershala Ali. Devo ammettere di aver trovato Viggo un po’ troppo macchiettistico. Nonostante abbia apprezzato l’ironia e la tenerezza che suscita questo personaggio, ho trovato alcune smorfie decisamente eccessive e quasi caricaturali. Ho molto apprezzato la sua capacità di passare da uomo rude ad affettuoso marito. Il suo rapporto con la moglie Dolores, interpretata da Linda Cardellini, è davvero molto dolce e rispettoso, un vero esempio per tutti. Nonostante ciò, non riesco a non notare che il fisico di Viggo non è molto adatto al personaggio interpretato. L’attore non ha il phisique du role di un italoamericano degli anni 60 e purtroppo, in un film tratto da una storia realmente accaduta, la verosomiglianza è imprescindibile.

green-book-recensione

Per quanto riguarda Mahershala Ali, l’ho adorato in tutto e per tutto. È un attore brillante, capace di immedesimarsi in qualsiasi personaggio che interpreta, rendendolo vivo e credibile. Ho apprezzato moltissimo lo sharm, l’eleganza e la leggerezza con cui ha interpretato Shirley. È riuscito a rendere perfettamente l’inquietudine di un uomo che non accetta di essere etichettato e che per questo sceglie di allontanarsi dalla sua cultura natale e dalla sua gente. Nonostante il suo genio e il suo brillante talento, il pianista si sente sempre fuori posto, troppo colto per la gente di colore e troppo nero per conversare amabilmente con i ricchi bianchi.

Passando a fotografia, al montaggio e ai costumi devo dire che niente di tutto questo mi ha particolarmente colpito o emozionato. È tutto fatto abbastanza bene ma sicuramente si sarebbe potuto fare meglio. Probabilmente lo scopo del regista era quello di spingere lo spettatore a concentrarsi sulla trama e sugli attori piuttosto che su elementi tecnici mozzafiato.

Nonostante questo, credo che Green Book sia veramente un bel film. Una commedia piacevole ma che fa riflettere, impegnata ma non impegnativa che vi ammalierà e divertirà per tutta la sua durata.

CURIOSITA’ SUL FILM: La sceneggiatura è basata sulla testimonianza di Vallelonga Junior, il figlio di Tony, ma la famiglia Shirley, che sembra non essere stata interpellata, ha affermato pubblicamente che la trama è piena di errori e di menzogne. Junior, al contrario, sostiene che la famiglia del pianista sia semplicemente gelosa del fatto di non aver mai avuto davvero così tante informazioni su questa storia.

Leggi anche: LA FAVORITA- la brama di potere fa marcire l’anima

Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.