Prima di domani: Tra la vita e la morte

prima di domani-recensione

Prima di domani-recensione

Un film che spiazza, che si insinua nei meandri della mente e che fa riflettere sul comportamento di tutti i giorni: “Prima di domani” è una pellicola diretta da Ry Russo-Young e che vede protagoniste Zoey Deuth (nel ruolo di Samantha), Halston Sage (nel ruolo di Lindsay) e Elena Kampouris (nel ruolo di Juliet).

La trama, che rimanda alle ghost-story su anime sospese in dimensioni “intermedie”, racconta la vita di Samantha, una tipica adolescente americana alle prese con la prima storia d’amore importante e con il mondo del liceo, dove l’importante non è l’essere ma l’apparire. Il controllo le sfugge inesorabilmente di mano quando un incidente d’auto, avuto con le amiche all’uscita da una festa, la costringe a rivivere continuamente lo stesso giorno fino all’istante della sua morte, mettendola faccia a faccia con la persona orribile che è diventata.

Questa condizione, vista all’inizio come un incubo o una sorta di castigo che la spinge ad interrogarsi sulla causa dell’incidente, si trasforma ben presto in una possibilità per la ragazza di dare un nuovo ordine alla sua vita, di capire come trattare le persone che la amano e chi veramente conta per lei, ritrovando piano piano ciò che da tempo aveva perduto: se stessa. Sam, infatti, a causa delle cattive compagnie e del suo desiderio di popolarità, si è trasformata in una bella e vuota ragazza priva di valori e bontà, capace di trattare a pesci in faccia tutte le persone che la amano davvero: sua sorella minore, sua madre e il suo migliore amico d’infanzia, Kent.

Questo film, che non scende mai a compromessi con il divertimento, compie un viaggio mostruosamente cupo nei tormenti dell’adolescenza, età dilaniata dalla ricerca dell’approvazione e dalla popolarità. Esso affronta temi importanti come il bullismo, la necessità di appartenere ad una élite e il suicidio, considerato come l’unico rimedio all’infelicità.

Il super-dramma di Ry Russo-Young è tratto dal best-seller per giovani adulti E finalmente ti dirò addio che rifiuta l’ottimismo, descrivendo in maniera autentica le sofferenze di chi non riesce ad integrarsi, di chi non viene accettato perché diverso. Una posizione talmente dolorosa e tanto frustrante da desiderare di morire per non sentire più rimbombare nella propria testa le cattiverie dei propri compagni.

Prima di domani-recensione

Il paesaggio nordico invernale in cui è ambientato riflette lo squallore di queste fragili e insignificanti esistenze che, nel Giorno di Cupido, smaniano per ricevere delle rose, simbolo di popolarità.  Un simile pessimismo, in un film per e con ragazzi, colpisce e stupisce, mostrando il lato oscuro del liceo, delle amicizie malate e della necessità di allontanare quelle vere solo per essere accettati dalle persone “giuste”.

Nonostante tutto ciò il regista riesce comunque ad inserire una piccola fiammella di speranza, tenue come l’umanità rimasta in queste giovani viziate. Nell’oscurità di questo mondo fatto di feste, alcool e abiti succinti si fa strada il desiderio di trovare la propria identità lontano dalle logiche conformiste del gruppo, ricercando nelle proprie imperfezioni ciò che veramente ci rende unici e speciali.

Prima di domani-recensione

“Diventa quello che sei” è il messaggio di questo film che si legge più volte su un foglio di carta appeso nella stanza di Kent, un luogo tranquillo e luminoso che aiuta Sam a capire finalmente chi e cosa vuole essere nella vita, scegliendo da che parte schierarsi e quali persone volere al proprio fianco.

Con le buone performance dei giovani attori, “Prima di domani” non disdegna sfumature horror e descrive in modo accurato la cupa ambientazione fatta di foreste, in cui si consumano incidenti e disperazione, e di montagne, immobili e immutabili come la vita di Sam.

Attento soprattutto alle emozioni che vuole trasmettere, in particolare al senso di ansia e soffocamento, il film si macchia di alcune dimenticanze: la psicologia dei personaggi, per esempio, resta sempre in superficie, svelando solo ciò che è strettamente necessario ai fini della vicenda e non riesce a sfruttare a pieno l’escamotage del tempo ciclico, accelerando e rallentando la narrazione in maniera troppo brusca. Nonostante ciò il film non delude le aspettative lasciando gli spettatori pieni di pensieri e turbati da un finale inaspettato.

Leggi anche: La Famiglia Bélier- una musica che va oltre il suono

Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.