Ecco il trailer e 12 curiosità del film Hereditary- le origini del male.
1)Perchè Hereditary? L’ereditarietà è il tema al cuore dell’opera, sotto diversi punti di vista: le doti artistiche di Annie si riflettono nella secondogenita Charlie e nel fervore con cui disegna sul proprio quaderno dei sinistri ritratti dei propri familiari. A questa si aggiunge un’ereditarietà assai più oscura, quella della malattia mentale, a cui fa esplicito riferimento Annie in un incontro con il gruppo di supporto: suo padre, vittima di una depressione psicotica, si era lasciato morire, mentre sua madre soffriva di un disturbo dissociativo. La schizofrenia materna sembrano aver contagiato anche la stessa Annie, che manifesta strani comportamenti durante i suoi episodi di sonnambulismo.
2) Altro leitmotiv del film è la decapitazione. Il momento in cui Charlie taglia la testa del piccione morto, oltre a infondere una certa inquietudine nel pubblico, funziona anche come raccapricciante presagio di quanto vedremo nel resto del film.
3)Altro elemento al cuore del racconto è l’ineluttabilità del sacrificio, tema tratto dalle tragedie greche. In Hereditary, Annie è l’impotente Clitennestra la cui disperazione non potrà impedire che i propri figli siano immolati sull’altare di un fato già scritto. La vita di Ifigenia veniva offerta dal padre Agamennone alle divinità dell’Olimpo, mentre Peter e Charlie saranno soggiogati da una potenza infernale.
4) Lo sceneggiatore e regista Ari Aster ha diretto alcuni cortometraggi (Munchausen, The Strange Thing About the Johnsons) incentrati sui rituali e sui traumi familiari. Proprio attingendo da queste esperienze ha costruito Hereditary.
5) Aster ha iniziato a immaginare Hereditary – Le Radici del Male dopo che la sua famiglia aveva attraversato una serie di difficoltà durate ininterrottamente per un periodo di tre anni. Ha raccontato: “La situazione era diventata davvero insostenibile, al punto che iniziammo a pensare di essere vittime di una maledizione. Quando si gira un film sulle ingiustizie della vita, il genere horror è un terreno di gioco molto particolare. È una sorta di spazio perverso in cui le ingiustizie della vita vengono celebrate se non addirittura glorificate”.
6) Il regista ha apertamente dichiarato di essersi ispirato ai film Gente Comune di Robert Redford, Tempesta di Ghiaccio di Ang Lee e In the Bedroom di Todd Field (drammi feroci in cui generazioni di famiglie si confrontano con la morte, le malattie mentali e la violenza psicologica) e ad horror di culto degli anni ‘60/‘70 come Rosemary’s Baby di Roman Polanski, A Venezia… un Dicembre Rosso Shocking di Nicolas Roeg e Suspense (The Innocents) di Jack Clayton.
7) Nella seconda parte, Hereditary – Le Radici del Male entra in una dimensione paranormale. “Volevo fare una mia versione della scena in cui Janet Leigh entra nella doccia”, ha spiegato Ari Aster riferendosi a Psycho di Alfred Hitchcock, descrivendo la sua narrazione in costante movimento.
8) Ari Aster aveva creato delle biografie e degli antefatti dettagliati per i suoi personaggi ancor prima di scrivere la sceneggiatura. Aveva anche preparato una che descriveva la sua visione specifica per la fotografia di Hereditary – Le Radici del Male, ben prima di ottenere i finanziamenti, di trovare le location e di iniziare le riprese. Era talmente appassionato e concentrato a dar vita alla sua visione che iniziò a contattare i potenziali collaboratori anni prima che il progetto ricevesse il via libero ufficiale dai produttori.
9) Aster ha preferito non introdurre nulla di troppo sinistro nella casa dei Graham: “Giacché questo film ricade nel genere cinematografico delle case infestate dagli spiriti, volevo evitare quei cliché. Niente pavimenti scricchiolanti, niente muri rovinati o architettura gotica”. Abbiamo cercato di trovare una casa vera, ma sarebbe costata di più che costruirla di sana pianta. Se avessimo girato in una casa vera avrei dovuto demolire i muri per ricavarmi lo spazio necessario per girare il film nel modo in cui volevo. Avendo pianificato l’azione delle scene sin dall’inizio è stato impossibile trovare una location”.
10) Sulla casa, Ari Aster ha detto: “Ci sono molte scene dove le stanze sono create in modo da sembrare delle miniature, e viceversa. Tutto questo potevamo ottenerlo solo potendo rimuovere muri e soffitti.”
11) Lo strano simbolo che appare spesso durante il film, in realtà, è l’autentico sigillo di Paimon, una figura che Ari Aster ha recuperato da veri testi dedicati all’occulto e le cui attestazioni più antiche risalirebbero al quindicesimo secolo.
12) Il film è costato circa 10 milioni di dollari e, ai casting, Toni Collette è stata scelta per prima mentre Gabriel Byrne per ultimo.
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