- TITOLO : Irrational Man
- GENERE: Thriller
- ANNO: 2015
- REGIA: Woody Allen
- ATTORI: Jamie Blackley, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Emma Stone, Meredith Hagner
- DURATA: 96 Min
Irrational man è una pellicola del 2015 del prolifico e geniale cineasta Woody Allen. In un periodo piuttosto altalenante della sua carriera, in cui spiccano piccoli capolavori, come Midnight in Paris e Blue Jasmine, e film in cui sembra che non ci sia nulla della sua iconica verve e brillantezza, per esempio To Rome with love, il regista torna a firmare una pellicola arguta e divertente, sarcasticamente surreale come tutte le sue opere migliori. In una carriera, volta a contenere un film all’anno, per consegnare ai posteri una ricca filmografia in cui poter scegliere liberamente i propri capolavori, è normale capitino battute d’arresto. Tuttavia, anche i due film successivi ad Irrational Man, si rivelano entrambi degli ottimi prodotti: Cafè Society del 2016, con un cast di giovani star fra cui spicca Blake Lively, e Wonder Wheel (La Ruota delle Meraviglie) del 2017, un gioiellino con una Kate Winslet in stato di grazia.
La pellicola del 2018, A Rainy Day in New York, uscirà nelle nostre sale il 3 ottobre 2019, grazie alla Lucky Red. Il motivo del ritardo è legato alle ripercussioni del movimento Me Too, che ha tirato nuovamente in ballo lo scandalo legato a Woody Allen e alle sue presunte molestie.
Irrational Man narra di un professore universitario, Abe Lucas (Joaquin Phoenix), depresso e senza apparenti motivi per vivere, che si trasferisce in una piccola cittadina del Rhode Island per insegnare filosofia in un college. Qui attira le attenzioni di una collega (Parker Posey) e della sua studentessa più promettente: Jill Pollard (Emma Stone). Ma Abe si trascina stancamente nella sua esistenza, cercando di conciliare i principi morali dei suoi amati filosofi con la quotidianità. Tutto questo cambia quando in un bar sente per caso le lamentele di una donna a cui vogliono portare via i figli: in quel preciso momento capisce che aiutarla sarebbe l’unico modo per riconciliarsi col mondo e tornare ad essere spensierato. Con questo proposito in mente e con la sua successiva attuazione, torna alla vita e a tutti i piaceri che essa gli ha riservato, compresa la relazione con la giovane studentessa.
Il rapporto fra i sessi e fra persone con una notevole differenza d’età attira da sempre Allen: basti citare l’insuperabile Manhattan, in cui una giovanissima Mariel Hemingway si innamora del personaggio interpretato dello stesso Allen, e il recentissimo A Rainy Day in New York che, dalle brevi sinossi pubblicate, pare narri di un rapporto fra Jude Law e la giovane stella in ascesa Elle Fanning.
Il personaggio dell’insegnante è quello più riuscito del film e Joaquin Phoenix regge bene la prova, riuscendo a far capire le varie sfumature della personalità di quest’uomo e rendendo evidente il distacco fra il momento in cui soffre di depressione e quello in cui ritrova la voglia di vivere dopo l’attuazione del proprio intento.
Regge bene il gioco anche Emma Stone, alla sua seconda collaborazione con il regista, dopo Magic in the Moonlight. Diretta dal maestro, la giovane attrice riesce sempre a tirare fuori performance caratterizzate e ben aderenti ai suoi personaggi: in questo caso, infatti, il ruolo della studentessa che perde la testa per il suo professore non cade nel solito clichè ma ci troviamo di fronte ad una ragazza forte che riesce a tenere testa al suo “mentore”.
Nel cast anche Parker Posey e Jamie Blackley.
Le cifre stilistiche del film sono ancora una volta il sarcasmo e la leggerezza, tipici delle commedie più riuscite del regista. Abbandonata New York ormai da molto tempo, Allen continua a interrogarsi sempre sugli stessi temi e dinamiche: la morte, il bisogno ossessivo di trovare uno scopo nella propria vita e la paura di aprirsi all’altro nei propri momenti di fragilità. Il tutto viene osservato attraverso la lente della morale. Mancano i dialoghi serrati, le nevrosi e i formalismi tipici di una certa tipologia di film di Woody Allen. Allo stesso tempo, però, è un Allen ritrovato e a tratti ispirato, che immette nel personaggio di Abe Lucas tutto il disagio che lui stesso prova. La musica usata in maniera ossessiva e il montaggio contribuiscono a rendere la pellicola un’autentica girandola di episodi surreali ma ormai sempre più plausibili in un’epoca come la nostra.
Può davvero l’ostinata volontà di aiutare una sconosciuta riportare a godersi la propria esistenza e i piaceri ad essa connessi? E può questo proposito essere portato avanti ad ogni costo? E può davvero un uomo che ha fatto della morale il fulcro dei suoi studi mettere da parte la sua pur di tornare alla vita? Sono questi gli interrogativi che ci pone questa pellicola di Allen, da sempre intento a fare una critica della società coinvolgendo il suo pubblico.
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