#Titolo: L’esatta melodia dell’aria (The Bells)
#Autore: Richard Harvell
#Genere: Narrativa
#Casa Editrice: Nord
#Prezzo: € 7,50
Quando mi consigliarono il libro “L’esatta melodia dell’aria”, mi incuriosì d’istinto l’entusiasmo di chi l’aveva già letto e ne era rimasto emotivamente coinvolto. Non potei far altro, quindi, che non immergermi nella sua lettura, la quale si rivelò subito un’esperienza emozionante e, sotto alcuni aspetti, “vibrante”.
“Mentre suonava le sue campane, mia madre accordava le fibre del suo corpo allo stesso modo in cui un violinista accorda il suo strumento. Lì, nel suo collo, risuonava debolmente un armonico della campana centrale, un altro negli inguini, e nella pianta dei piedi sentivo la fondamentale della campana minore. Ogni tono, propagandosi nella sua carne, era un’eco debolissima dell’enorme rintocco. Non riesco a rammentare il volto di mia madre, ma ricordo il paesaggio dei suoi suoni. E, benché io non possieda un effigie delle sue sembianze, se chiudo gli occhi sento i rintocchi di quelle campane risuonare nel corpo di lei, ed ecco che ho un ritratto per scaldarmi il cuore.”
Ambientato nel XIII secolo, tra le montagne maestose e i cieli cobalto del Canton di Uri in Svizzera, L’esatta melodia dell’aria narra la storia del piccolo Moser. Sua madre è una donna sorda, sola ed emarginata, il cui compito acquisito è quello di suonare le campane del paese che, imponenti, dall’alto del campanile, diffondono il loro pesante rintocco in tutta la valle.
Suo padre, invece, il parroco del villaggio, è un vile religioso che, pur di nascondere al mondo il peccato carnale commesso, rapisce il proprio figlio, nel tentativo di affogarlo nelle impetuose acque del torrente.
Moser però viene miracolosamente salvato, avendo così l’accesso al suo nuovo destino, inatteso e denso di imprevedibili vicende. Personaggi di grande cuore lo sosterranno nei suoi giorni, non esenti da dolorosi eventi e dall’incontro con ambigue figure.
Sin dalle prime pagine, mi ha colpito positivamente il linguaggio, raffinato e ricco, utilizzato nelle descrizioni dei luoghi, dei personaggi e degli avvenimenti. Dà al lettore la sensazione di approcciarsi ad un libro d’altri tempi, dall’esposizione scorrevole e ricercata.
L’esatta melodia dell’aria è un racconto sapientemente sviluppato, sia nelle immagini vivide e piene di colori, che nei momenti d’azione, particolarmente carichi di pathos. È soprattutto però un’opera intrisa di suoni, a volte delicati come le note dell’arpa pizzicata dalle dita leggere, altre volte roboanti come il tuono, che con il suo lampo squarcia il cielo in mezzo alla notte.
Le melodie si diffondono in un sottofondo sempre percettibile, fino all’orecchio del lettore che, rapito dalle atmosfere e perso tra le righe, può quasi udirne gli echi lontani diffondersi nell’aria.
L’autore ci accompagna, con eleganza, in una storia dalla trama originale, dove lo sguardo sull’umano sentire conferisce alla narrazione un contenuto corposo e intenso: l’amore, nel senso più ampio del suo significato, la passione, ma anche la brama di possesso e il senso di onnipotenza sono i fili che si intrecciano e che si snodano nella vita dei diversi personaggi.
Il protagonista de L’esatta melodia dell’aria sa cogliere, in sé e nell’altro, le corde emotive più profonde dell’universo interiore e ce le racconta – con sensibilità e sapiente arte condivide con noi l’intimo e regolare battito insito in ogni essere vivente, permettendo anche a noi di scoprirne le sfumature e di rimanerne in ascolto.
“Ma aprendo quel portone fui investito da una profusione di suoni, e per un istante non intesi altro che la musica. Appartenevo soltanto alle mie orecchie. Le dissonanze mi urtavano ma, quando le voci si allineavano in intervalli di terze, mi riscaldavano la nuca e il dorso. Chiusi gli occhi e ascoltai.”
L’autore, Richard Harvel, è nato negli Stati Uniti e vive in Svizzera con la famiglia. “L’esatta melodia dell’aria” è la sua opera prima. Qui si dimostra uno scrittore capace, offrendoci un testo non di facile presa, ma che sicuramente vale la pena avvicinare ed approfondire: un’opera che ha tutto il sapore di una romanza, che si sviluppa con i ritmi e i sapori dell’opera.
La musica è un accompagnamento discreto presente in tutto questo viaggio che l’autore, attraverso il protagonista e la sua voce chiara e dirompente, ci invita ad intraprendere.
“Le mani di Amalia si staccarono dal parapetto e si strinsero alle gote. Riuscivo a sentire la tempesta che infuriava in lei. In tutto il pubblico, lei era l’unica che avesse già udito quella voce. Alle prime note, credette di essere vittima di un crudele scherzo della sua sciocca e illusa immaginazione, ma poi ricacciò indietro le lacrime e, guardandomi nuovamente, con gli occhi tersi, capì…”
Il tormento e il senso di perdita fungono da la spinta affinché il protagonista sia motivato a cercare il senso di sé, per affrontare la sua sorte con ardore e coraggio. E’ una continua lotta contro le avversità ed i torti subiti, animata dalla passione, nell’incessante desiderio di giustizia e di un definitivo riscatto personale.
Risulta difficile non amare questo personaggio che mantiene fino all’ultimo una profonda purezza di spirito, vera e unica arma capace di salvarlo anche dal più temibile dei nemici. Moser non smette di lottare e ci conduce con lui fino all’ultimo atto di quest’opera, dalla chiusura inaspettata ed appassionante.
Sarà quindi, ancora una volta, la sua voce cristallina a chiudere il sipario, in un solenne canto in onore alla vita e al futuro, che incalza e ci invita a credere sempre in quello che verrà.
Spetta quindi al lettore mantenersi vigile e lasciarsi guidare tra le pagine, perché soltanto ad occhio attento e ad orecchio sensibile, sarà possibile avvertire, per un infinito e meraviglioso attimo, la perfetta e carezzevole melodia dell’aria.
Quindi, in attesa di conoscere anche il vostro parere, auguro a tutti una piacevolissima lettura.
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