Tutti lo sanno: il flop di Enrico IV al cinema

tutti lo sanno recensione

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Laura (Penélope Cruz), ritorna nel paese in cui è cresciuta in occasione del matrimonio di sua sorella. Ha due figli che ama molto, ma un matrimonio nel quale sta stretta; nella provincia della Rioja, dopo essere stata accolta con grande gioia, ritrova Paco (Javier Bardem), amico e compagno di un pezzo di vita.

Il giorno del matrimonio tutto procede al meglio, con grandi festeggiamenti e tanti bicchieri sempre vuoti, finché la gioia non lascia il posto all’angoscia: la figlia di Laura (Irene Campra) viene rapita e proprio la sua sparizione farà cadere le maschere di tutti i componenti della famiglia svelando un segreto che così segreto non è perché… tutti lo sanno.

Film d’apertura del Festival del cinema di Cannes 2018, Todos lo saben (Tutti lo sanno) è l’ultimo figlio cinematografico di Asghar Farhadi – quarantasettenne regista, sceneggiatore e produttore cinematografico iraniano – ma non di certo un capolavoro del cinema contemporaneo.

A differenza di Mastandrea e Almodόvar, per questa sorta di Enrico IV al cinema, Farhadi predilige un’ambientazione altra: Torrelaguna, una piccola cittadina a nord – est di Madrid. È qui, infatti, che passato e futuro di un’intera famiglia s’incrociano a creare il dramma: proprio mentre la sorella di Laura sta per iniziare una nuova vita insieme a suo marito, ecco che il passato della protagonista torna prepotente a chiedere il conto di tanti silenzi che durano, ormai, da troppo tempo.

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Le riprese di Tutti lo sanno sono durate quattordici settimane tra agosto e dicembre 2017.

Parlando dell’ispirazione per questo film, il regista ha dichiarato: «Quindici anni fa sono stato nel sud della Spagna. Durante questo viaggio, in una città ho visto diverse foto di un bambino affisse ai muri. Quando ho chiesto chi fosse, ho saputo che era un bambino scomparso e che la sua famiglia lo stava cercando: lì è nata la prima idea del film. […] quando ho finito di girare Il passato ne ho tratto un piccolo racconto. Ci ho messo quattro anni […] a trasformarlo in una sceneggiatura».

Il fatto che la troupe e gli attori fossero tutti spagnoli, ha indubbiamente permesso al regista iraniano di mettere bene in luce alcune caratteristiche della vita in Spagna, soprattutto nelle zone rurali del Paese. Se il contesto, però, è ben delineato, non si può dire lo stesso della trama: tutto si svolge sotto l’occhio vigile di un drone e dall’alto del campanile hitchcockiano di La donna che visse due volte, ma ad un tratto l’attenzione si sposta sul valore del denaro – come se due spicci potessero far tornare nell’ombra ciò che è inesorabilmente destinato a venire alla luce – e su tutta una serie di cliché legati alla Spagna che il regista non riesce ad evitare.

Ciò che il drone mostra al pubblico in sala non è che un gruppo di persone troppo impegnate a tenere ben incollate al viso le maschere per potersi rendere conto di quanto in realtà siano nudi agli occhi degli altri.

Resta comunque un grande potenziale inespresso, al quale si aggiungono, di conseguenza, due grandi nomi del cinema che sono stati utili a dar lustro ad una pellicola che non ha dato loro in cambio la possibilità di esprimersi al meglio.

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Se si volesse pensar male, insomma, si potrebbe dire che avere Penélope Cruz e Javier Bardem – che nella vita reale sono una coppia – come protagonisti, sia stata una scelta di comodo. Lavorare con il proprio marito o con la propria moglie, infatti, permette sicuramente di essere «più rilassati» e dare il meglio di sé in ogni situazione.

Nonostante l’idea che ha spinto Farhadi a lavorare a questo film è decisamente lodevole, il risultato non le corrisponde affatto: la trasposizione cinematografica della vicenda, finisce per essere un film troppo lungo ed incapace di creare aspettative e suspance.

Tutti lo sanno non è Il passato, ma la sua brutta copia superficiale: torna l’idea dello straniero, del ritorno a casa e della famiglia che va in pezzi, ma con forme vuote; inoltre, il film non è in grado di staccarsi da quelli precedenti ed uscire dai canoni del cinema turistico.

Si potrebbe chiudere, quindi, con una battuta, Tutti lo sanno… che il film non è riuscito.

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