#Titolo: Delitto a villa Fedora
#Autore: Letizia Triches
#Genere: Thriller
#Casa Editrice: Newton Copton
#Prezzo: 12,90€
“Tutto le sembrava familiare, ma in uno strano modo ostile. Aveva l’impressione che, di fronte all’invasione dei cineasti, lo spirito della casa si ritraesse nel tentativo di proteggere i propri segreti. Non era una bella sensazione e Liliana, a disagio, continuava a guardarsi intorno…”
Dopo queste feste natalizie, in cui trovare il tempo per leggere si è rivelata un’impresa titanica, torno finalmente a parlarvi di libri. Ho appena terminato un romanzo pubblicato dalla Newton Compton Editori che ho molto apprezzato e che mi sento di consigliare in particolar modo a chi ama il giallo e le sue atmosfere enigmatiche.
Delitto a Villa Fedora è ambientato a Roma, nel quartiere Coppedè, nella storica villa appartenuta allo sceneggiatore e artista Alberto Fusco, capostipite della famiglia protagonista del libro.
L’autrice Letizia Triches, vincitrice del premio Chiara nel 2010, nasce come insegnante di storia dell’arte e curatrice di cataloghi per mostre di arte contemporanea. Dopo la pubblicazione di saggi e di narrativa, ha iniziato a dedicarsi alla scrittura di libri gialli, dimostrando peraltro di saperlo fare molto bene. Con quest’ultimo romanzo ci regala infatti un’opera particolarmente godibile, caratterizzata da una spiccata eleganza narrativa, da un’attenta cura nel linguaggio e nella descrizione degli ambienti e delle atmosfere.
“Proprio in quel momento la pioggia percuoteva le grandi foglie della palma, producendo un suono caratteristico. Chantal aveva imparato a interpretarne l’intensità e ne dedusse che avrebbe piovuto a lungo. Poi infilo al polso sinistro i sette braccialetti in oro rigido. Sette, come le lettere del suo nome. Li accarezzò e uscì di casa.”
Liliana Fusco gestisce la rinomata Villa Fedora, che prende il nome dalla moglie del famoso sceneggiatore Alberto Fusco. In una sera d’ottobre del 1992, mentre la donna aspetta che passino a prenderla per tornare a casa, qualcuno entra furtivamente nella residenza e, con brutale violenza, la aggredisce e la uccide. L’occhio del lettore rimarrà centrato su questo fatto per tutto il libro, incuriosito dai risvolti sorprendenti e ricchi di mistero.
Saranno il commissario Chantal Chiusano e l’ispettore Ettore Ferri a presentarci i numerosi personaggi coinvolti, consentendoci di partecipare emotivamente alle dinamiche familiari della nota stirpe Fusco. La donna, pur nella serietà e nella rigida professionalità che agisce, mantiene sempre un atteggiamento caldo ed empatico. La sua amicizia con la vicina di casa e la simpatia che dimostra nei confronti di un ragazzino, figlio di una sospettata, la rendono trasparente nella propria umanità e fragilità. La spiccata sensibilità da una parte e lo sguardo continuamente focalizzato sull’obiettivo dall’altra, ne fanno una figura facilmente apprezzabile e molto realistica.
La storia di Delitto a Villa Fedora si svolge soprattutto in ambienti chiusi, gli spazi aperti figurano per lo più come ponti di collegamento tra uno scenario e un altro. Nell’attraversare questi ponti però, l’attenzione ai dettagli e gli squarci della città che la scrittrice ci offre fanno sentire tutto l’amore e la passione che nutre per Roma. A questa città, infatti, ella rende omaggio, fotografandola nella sua quotidianità magica e coinvolgente.
“Non sono morto. Ho ancora un corpo, anche se non riesco a toccare nulla. Il tatto è scomparso. L’olfatto no. Neppure l’udito. Avverto odori strani, rumori attutiti e voci indecifrabili. Ho le palpebre chiuse, pesanti sugli occhi sbarrati nel buio. Ho paura di aprirle e di scoprire che non ci vedo. Resto in attesa che accada qualcosa.”
Le ambientazioni mi hanno subito riportato con la mente ad alcuni classici di Agatha Christie. Il luogo del delitto, in particolare, mi ha ricordato le antiche villette inglesi arredate con gusto retrò, con lunghe tende alle finestre e con i divani di velluto, dalle tinte color avorio e le stoffe fiorate. Gli oggetti d’arredamento ricercati e le opere d’arte esposte la rendono un quadro quasi percettibile, dando al lettore la sensazione di poterlo attraversare e di riuscire a girare tra le sue sontuose stanze.
Delitto a Villa Fedora è un libro che cattura, dalla trama ben strutturata e con momenti di suspence sapientemente bilanciati. I ritmi del racconto mantengono il lettore costantemente agganciato alle vicende, accattivandosi la sua attenzione. L’enigma rimane infatti impenetrabile ed oscuro fino alla fine, l’autrice rivela a piccole dosi gli indizi e i riferimenti che potrebbero farci arrivare alla soluzione del caso.
Alcuni flash back ci introducono ai ricordi di un uomo che, pagina dopo pagina, spiegherà chi è e in che modo è legato ai fatti che si sono verificati. Infine, antichi diari porteranno nuovi spunti di riflessione e saranno una voce capace di rivelare in modo più chiaro alcune insospettabili situazioni, ricostruendo del tutto il puzzle evidentemente caotico.
In tutto questo, amore, rancori e rabbia muovono relazioni torbide in cui attecchiscono odi profondi e progetti di vendetta. Sarà una sfida per il lettore scoprire l’assassino prima che lo sveli la scrittrice. Egli è un osservatore silenzioso: come fosse a teatro segue gli attori che si spostano verso il centro del palco, mentre rinnovati fondali conferiscono nuovo colore alla scena. I riflettori inondano di luce gli spazi, lasciando comunque insondabili zone d’ombra dove il dubbio e il mistero continuano imperterriti a nascondere il senso di tutto.
Augurandovi vivamente di riuscire nell’intento di afferrare la verità e di svelarne l’arcano, vi saluto come sempre e vi auguro buona lettura.
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