Magari: raccontami la tua idea di famiglia

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Anni Ottanta: Alma (Oro De Commarque), Jean (Ettore Giustiniani) e Seb (Milo Roussel) sono figli di genitori divorziati e vivono a Parigi con la loro madre. Arrivano a Roma per passare il Natale con il papà Carlo (Riccardo Scamarcio), anticonformista, squattrinato e troppo preso dal lavoro per fare il padre.

Per tale motivo, ben presto i due ex coniugi torneranno a discutere, ma, nonostante questo, il cuore della piccola Alma continuerà a suggerirle di non perdere la speranza… “magari” un giorno la sua famiglia tornerà quella che era nei suoi ricordi di bambina.

Io e i miei fratelli eravamo bambini fuori stagione. E fuori posto…

Buttarsi in una nuova avventura può essere elettrizzante come far paura; sarà per questo che la maggior parte di noi, quando si trova a dover fare qualcosa per la prima volta, tende, per istinto, a partire da ciò che già conosce?

Magari, film d’apertura del Locarno Film Festival 2019, è l’opera prima di Ginevra Elkann, produttrice cinematografica italiana e nipote dell’avvocato Agnelli. La pellicola è stata la prima di 8 film ad andare in onda su Raiplay dal 21 marzo ogni giovedì sera. Per ammissione della regista stessa, si tratta di un lavoro autobiografico che, se da una parte le ha permesso di realizzare il suo sogno di adolescente di diventare regista, dall’altra permette agli spettatori di entrare a casa Agnelli e conoscere chi la abita senza farsi influenzare da tutto ciò che si è detto negli anni su alcuni di loro.

Questo film nasce da una conversazione con Chiara Barzini […] nella memoria dell’infanzia […] un film sull’idea di famiglia.

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Ecco che la piccola Ginevra e i suoi fratelli John e Lapo diventano, in un attimo, i veri protagonisti della vicenda e, soprattutto, ecco che i “magari” della piccola di casa risultano essere quelli di tanti figli di genitori separati o divorziati che, imprigionati nel senso di solitudine e impotenza, non possono far altro che afferrarsi alla convinzione che tutto tornerà alla normalità.

Sul concetto di “normalità” si potrebbe aprire un lungo dibattito, ma la verità è che si tratta del più soggettivo del mondo: per i piccoli di casa Agnelli, per esempio, normalità era vivere perennemente «fuori stagione» – tanto che Alma, Jean e Sebastiano arrivano a Roma con abiti da montagna per poi ritrovarsi a vivere al mare – e considerare famiglia qualcuno con cui non avevano assolutamente legami di sangue più che la propria madre, per la quale, «quando dipingeva […] l’arte diventava la cosa più importante».

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Ciò che, in effetti, colpisce più di tutto mentre si guarda questo film – le cui riprese si sono svolte in gran parte sul lungomare di Sabaudia – è la grande libertà concessa ai ragazzini, come alla più piccola, condizione che stride con il loro forte bisogno di calore umano, «andato perso» – usando le parole di Prima di andare via di Riccardo Sinigallia, colonna sonora della pellicola, – in una vita precedente in cui l’amore ha ceduto il passo alle piccole incomprensioni quotidiane che nel tempo si sono fatte insormontabili senza però, riuscire a scalfire la capacità di sognare della piccola Ginevra, perché se anche non tutti i “magari” si realizzino, di sicuro sono un rifugio nel bel mezzo delle tempeste.

Ciò detto, quindi, non resta che complimentarsi con la regista per aver avuto il coraggio di mettersi a nudo, di scavare nei suoi sentimenti senza risultare unicamente nostalgica, ma facendo notare allo spettatore che a volte bisognerebbe avere la capacità di guardare il mondo con gli occhi dei bambini, sempre pronti a ricostruire tutto da zero.

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